Randazzo, 754 metri sul livello del mare, 11.470 abitanti rilevati nell’ultimo censimento ufficiale del 21 ottobre 2001, ridente cittadina sul versante settentrionale dell’Etna, a dominare la Valle dell’Alcantara verso cui degrada dolcemente, si trova al crocevia di tre importanti province: Catania, Messina ed Enna, collocata strategicamente al centro di quello che un tempo era il Val Demone. Con le sue bellezze paesaggistiche naturali e col fascino delle sue antiche opere d’arte, chiese, vecchi palazzi, musei che ospitano resti archeologici di gran valore, con le sue strade ed i suoivicoli in pietra lavica è una vera e propria perla ambientale ed architettonica, incastonata, com’è, nel cuore di un territorio variegato ed unico allo stesso tempo, reso prezioso dalla “compresenza” di ben tre aree protette. Raro esempio a livello nazionale, infatti, la Città di Randazzo, offre il suo territorio al Parco Regionale dell’Etna, a quello dei Nebrodi ed al Parco Fluvialedell’Alcantara. Aree che le conferiscono una prerogativa unica: quella di poter spaziare fra contenuti ambientali e naturalistici veramente incantevoli. Ogni suggestivo angolo di Randazzo offre vedute diverse, panorami imponenti e singolari che riservano emozioni crescenti man mano che si scoprono le tracce della sua antica civiltà ed i segni del suo splendore medievale. Estendendo il suo territorio, di ettari 20.484, da una quota di 561 metri in contrada “Acquafredda” ai 3.230 sulla sommità dell’Etna, possiede molte caratteristiche climatiche piacevoli: l’inverno asciutto, la dolce primavera, la fresca estate e il tiepido nonché mite autunno.

Il territorio che circonda la cittadina è oggi “difeso” dalla presenza delle tre oasi protette, che aiutano l’uomo a vivere perfettamente integrato con la natura. Il Parco Regionale dell’Etna, istituito nel 1987, prende il nome dal più alto vulcano d’Europa (m. 3323). Oltre ai crateri sommitali, fenditure eruttive che di tanto in tanto si aprono a quote più basse, emettendo fiumi di lava, offrono meravigliosi spettacoli naturali. Dal 17 al 19 marzo 1981, diverse fenditure eruttive apertesi da quota 1400 metri sino a 600 metri, riversando lava nella Vallata Settentrionale riuscirono persino a minacciare l’abitato. Il magma, però, grazie alla particolare morfologia del terreno ed alla perdita del suo vigore iniziale, dopo tantissimi danni alle campagne, sfiorò appena il centro abitato, prima di raggiungere il letto del fiume. Molti sentieri che si inerpicano lungo distese di lava antica e recente, permettono ai turisti di raggiungere luoghi d’importanza naturalistica: monte Spagnolo e la sua faggeta, la Grotta del Gelo, la Grotta ed il Sentiero naturalistico Burrò, i rifugi di legno e pietra, gli antichi camminamenti dei pastori ed altre testimonianze ancora. Lungo il percorso si possono ammirare pinete, faggete, boschi di betulle, cespugli di ginestra, che creano un habitat favorevole alla sopravvivenza di una grande varietà di animali selvatici come la volpe, la lepre, il coniglio, il riccio, il pipistrello, così come uccelli da preda: falchi, gufi e aquile reali.

Piano Provenzana è una stazione sciistica situata nel versante nord dell'Etna. Si trova ad una quota di 1.800 metri s.l.m. ed è situata nel comune di Linguaglossa. Contrariamente alla stazione sciistica dell'Etna sud, incentrata intorno al Rifugio Sapienza e dominata da un paesaggio pressoché esente da vegetazione e dominato dalla pietra lavica, la stazione di Piano Provenzana di Linguaglossa è immersa in una grande pineta ed ha l'aspetto di un paesaggio alpino con l'aggiunta della visione del mare Ionio. Anche questa stazione sciistica, dotata di una decina di piste, è stata colpita dalle eruzioni del 2002 e, come avvenuto per l'Etna sud, si è dovuto provvedere alla ricostruzione delle strutture danneggiate. La stazione dispone di piste per la pratica dello sci, sci di fondo, scialpinismo e snowboard. Esistono due piste per lo slalom servite da due skilift, piste per lo sci di fondo ed altri sport invernali. Una delle piste, prima che fosse danneggiata dall'eruzione, era omologata F.I.S. per slalom e slalom gigante e vi si è disputata la Coppa Italia F.I.S. del 2001.

L’escursione sul vulcano ha inizio da quota 1.810 metri in località denominata "Piano Provenzana", stravolta dalle colate dell’eruzione del 27/10/2002 le quali hanno cancellato totalmente la stazione turistica di Etna Nord, fiore all’occhiello del paese di Linguaglossa. Da qui si raggiunge quota 2800 metri percorrendo con i fuoristrada della STAR srl una pista, tracciata fra suggestive distese di lava e sabbia vulcanica lungo la frattura apertasi durante l’eruzione del 2002, a questa altitudine è già possibile ammirare lo straordinario panorama che l’Etna è in grado di offrire. Ai suoi piedi si ammirano le spendide catene montuose dei Peloritani, dei Nebrodi e delle Madonie; intorno il grandioso panorama della costa jonica e tirrenica, dalle coste siracusane alla Calabria, da Taormina alle isole Eolie: qui lo scenario rappresenta quanto di più suggestivo sia possibile ammirare al mondo. Si possono osservare, nel contesto del tipico paesaggio lunare, le numerose fumarole, scaturenti da fratture di eruzioni dal 1923 al 2002, e le colate laviche delle eruzioni dal 1956 al 2002. A quota 2.800 metri ci troviamo in una vasta area pianeggiante chiamata "Piano delle Concazze" dominata dal cratere di Nord-Est ove si trova, sul rilievo di "Pizzi Deneri", l’osservatorio vulcanologgico. Da questa zona, nei giorni di buona visibilità, si dominano le sottostanti valli del "Leone" e del "Bove", quest’ultima in particolare estesa per ben 8 Km in direzione Nord-Sud e 5 Km in direzione Est-Ovest. Da Piano delle Concazze l’escursione prosegue verso la vetta, fino alle quote consentite dalle Autorità competenti, e qui trova la sua conclusione.